Gli NFT nella Strategia di Digital Marketing: perché e come introdurli?

Che sia un’opera d’arte, un album musicale o un capo di moda digitale, gli NFT rappresentano l’opportunità di liberarsi dai vincoli tangibili e affacciarsi ad una nuova era di digitalizzazione.

Gli NFT sono dei “Not Fungible Token” che possono essere venduti e collezionati come veri pezzi d’arte. Si sono ormai fatti strada, iniziando come un prodotto di nicchia, fino ad essere ormai conosciuti anche dal grande pubblico. Non mancano Brand, artisti e volti noi tra i loro sostenitori: più il mercato li conosce e li apprezza, più i brand desiderano entrare nel mercato!

Ma come inserire questa nuova frontiera del digitale in una strategia di Marketing? Come fare di un “bene intangibile” una risorsa per un business? Lo scopriamo insieme in questo articolo.

NFT: è già passato il trend?

Il valore degli NFT scambiati nel 2021 ha segnato un aumento del 20.000%, per un totale di $23 miliardi. Ad oggi i mercati ci mostrano un trend opposto a questi numeri, ma come capire se siamo davanti ad un’opportunità di investimento o alla fine di un trend?

Inserire degli NFT nella propria strategia di digital marketing è sicuramente una mossa innovativa e di grande visibilità, ma va ben ponderata in quanto richiede una conoscenza dell’argomento e degli investimenti necessari non indifferente. Per avere un quadro chiaro di questo “nuovo mercato”, cominciamo a capire meglio cosa sono gli NFT.

Facciamo chiarezza: NFT, blockchain, cryptovalute e smart contract

Gli NFT sono tanto desiderati perché si basano sulla stessa tecnologia delle cryptovalute: la blockchain. Quest’ultima fa si che i dati informatici creati insieme all’NFT vengano trasmessi in una catena di informazioni che contemporaneamente registra e incorpora tuti i passaggi di proprietà del prodotto a cui è legata. A cosa serve nel pratico tutto ciò? Rintracciando facilmente un pacchetto di dati scambiato via internet è possibile risalire a chi ha prodotto un determinato bene e a tutti gli utenti che l’hanno posseduto e scambiato in precedenza. Una garanzia di produzione, proprietà e autenticità che l’attuale copyright può solo sperare!

Ma nonostante abbiamo la stessa tecnologia alla base, cripto e nft sono due cose nettamente diverse:

  • Le prime sono monete digitali (valute, appunto) con un numero indefinito di unita utilizzabili per scambiare beni e servizi come si fa con l’euro.
  • gli NFT invece sono creati come opere d’arte uniche ed inimitabili: non possono essere replicati, acquisendo dunque un altissimo valore di scarsità documentato da uno smart contract.

Lo smart contract è allegato all’NFT dal momento della sua creazione e passerà a sua volta ai futuri potenziali compratori, molto spesso tramite uno scambio di Ethereum, su apposite piattaforme informatiche.

Queste transazioni avvengono su mercati specifici che possono far circolare beni e valute virtuali per centinaia di milioni di euro. 

Cos'è un NFT: i Tipi di assets
Fonte: www.growthchannel.io

Cosa farsene tuttavia di qualcosa che per definizione è “not fungible”? Oltre a considerarli beni di investimento, gli NFT costituiscono uno dei pilastri portanti del sempre più diffuso Metaverso. Un mondo virtuale dove ricreare negozi, sfilate e persino eventi live come concerti e festival azzerando distanze e confini e facendo degli NFT il mezzo primario per qualsiasi operazione al suo interno.

Si tratta di un mercato talmente lontano da quanto abbiamo sempre conosciuto, che gli interessati sono molto ben segmentati e specifici, nonostante in espansione. Per favorire la comprensione di questo nuovo “asset” di investimento o “oggetto” da collezione, oggi esistono diverse tipologie di NFT che tendono a legarsi in modo più concreto con la realtà.

Tipologie di NFT: collectibles, pfp, arte, wearable e redeemable

Il mercato NFT oggi sta conoscendo una delle sue prime crisi dopo il grande successo, ma non tutte le tipologie ne sono colpite allo stesso modo.

  • Arte: la forma primaria in cui sono stati ideati gli NFT. Dei pezzi d’arte unici dal valore molto elevato in quanto irripetibili, come un’autentica Monnalisa di Da Vinci ma digitale.
  • Collectibles: similmente alla categoria sopra, non hanno l’ambizione di essere “pezzi d’arte” ma “pezzi da collezione”, unici che ti spronano ad averli tutti… come con le figurine
  • PFP: Profile-picture projects, sono quegli NFT creati per essere usati come immagine del profilo e/o avatar nel Metaverso. Una delle collezioni più redditizia appartiene a questa categoria: i cryptopunks di Larva Labs
  • Wearable: letteralmente indossabili, sono quegli NFT che rappresentano capi di abbigliamento o accessori indossabili dal proprio avatar nel Metaverso
  • Redeemable: l’acquisto di un NFT ti dà accesso ad un oggetto fisico che si può riscattare e ricevere nella vita reale oltre che per il proprio avatar nel metaverso. Tipologia molto apprezzata da brand di lusso e del fashion, un caso celebre è ad esempio Bulova X D-cave.
  • Utility: NFT che non hanno solo fini artistici, ma anche un’utilità, delle funzionalità extra. Questi possono essere: Community NFT, che danno accesso ad una community riservata, e gli NFT legati al mondo Gaming (Fantasy, Gambling, In-Game)
  • Music: non solo visivo, gli NFT abbracciano anche la musica con pezzi, album o jingle esclusivi accessibili soltanto con l’acquista di quel determinato NFT musicale.

Il mercato degli NFT: dati e andamento degli investimenti 2022

Analizzando l’interesse degli utenti sull’argomento, è chiaro che stiamo assistendo ad un netto calo: il volume di ricerca su Google riguardo al tema “NFT” ha continuato a diminuire nel terzo trimestre del 2022, raggiungendo un valore inferiore a quello raggiunto nel mese di ottobre 2021.

Il segmento Collectibles ha lasciato il suo posto di tipologia dominante, diventando il terzo per Utility in termini di Vendite e Portafogli attivi. Tuttavia rimane una risorsa di grande valore economico, registrando un valore di scambi di oltre mezzo miliardo nel corso del trimestre in question ( 7 volte meno di nel trimestre precedente).

L’arte difende il suo titolo di capostipite resistendo saldamente agli andamenti complessivi, nonostante il numero di collezionisti d’arte è diminuito del 38%.

L’unico segmento in netta crescita è quello delle Utilities con una crescita netta nel commercio
volume (+60%), un numero quasi identico di portafogli attivi (-2,3%).

Lo scenario descrive la tendenza di limitare le perdite da parte degli acquirenti NFT, preferendo tenere questi beni più a lungo.
Nonostante ciò, si registrano comunque dei profitti record per alcuni venditori, raggiungendo oltre $1 milione per vendita.

Ciò a cui stiamo assistendo è l’inizio di una nuova era degli NFT, ancora in fase di scrittura. Abbiamo superato la fase dove il profitto e la speculazione regnavano supremi in questo mercato, entrando in una nuova fase dove queste risorse non sono più legati alla nicchia dell’arte o del gaming: non c’è un settore al mondo che non sta sviluppando, ufficialmente o meno, i propri progetti NFT.

Sia che il grande pubblico sia pronto ad ammetterlo o meno, gli NFT sono già parte della nostra vita in un nuovo ecosistema che sta crescendo ogni giorno. Proprio per questo non passa inosservato la poca sostenibilità di questa tecnologia: in una società dove l’attenzione e la tutela dell’ambiente sono più richiesti, come può un Brand introdurre in strategia “una risorsa” come gli NFT se questi non sono sostenibili?

NFT e sostenibilità

Gli NFT di per se non hanno un forte impatto sull’ambiente, ma il modo in cui vengono coniati sì. La creazione di un NFT, infatti, richiede una massiccia quantità di energia.

Durante il trend positivo degli NFT non sono mancate polemiche a riguardo, attirando la preoccupazione di appassionati, rivenditori e piattaforme stesse. Tra queste, Ethereum ha trovato una soluzione, ultimando quest’anno la sua transizione al metodo proof-of-sake.

Quest’ultimo è un metodo di coniazione di NFT caratterizzato dalla limitata quantità di elettricità richiesta: meno di 0,03 Kilowattora (l’equivalente di passare 3h su YouTube). Vi sembra comunque tanto? Il metodo precedente e purtroppo più diffuso, proof-of-work, utilizza una quantità di energia pari a quella impiegata per usi domestici in USA in circa 47 giorni!

Sono fattori da considerare in un’economia globale attenta e sensibile come quella attuale: preferire Ethereum diventa quindi una scelta strategica per rimanere coerenti con i propri ideali di sostenibilità.

Gli NFT sono dunque un’opportunità da cogliere, con consapevolezza e la giusta strategia, per permettere ad ogni Brand di entrare ancora tra i primi in, letteralmente, un nuovo universo di business: il metaverso.

Tipologie di NFT: pro e contro degli NFT per il marketing
Fonte: ww.beincrypto.com

Strategia di Digital Marketing per NFT: tips e best practice

Adesso che abbiamo capito perché gli NFT sono un’opportunità per una strategia di digital marketing competitiva, quali sono gli strumenti migliori per promuoverli?

Il mercato NFT è eccezionalmente saturo e le opportunità di vendere i propri NFT sono diventate sempre più complesse. Per riuscire a distinguersi in questo mercato, i brand hanno bisogno di definire una propria strategia di marketing per presentare gli NFT come oggetti da collezione o chiavi di accesso ad una community con eventi ed appuntamenti dedicati esclusivamente al pubblico di destinazione.

Ciò che conta, indipendentemente dalla tipologia di NFT, è creare un whitepaper informativo che aiuti i potenziali investitori a fare una scelta informata.
Il whitepaper è una risorsa, digitale e/o fisica, che contiene informazioni essenziali che conferiscono sicurezza al compratore: ad esempio, quali sono gli obiettivi del progetto, la garanzia di unicità e chi è il team dietro il progetto NFT.

Il marketing degli NFT, del resto, si basa sugli esatti step di qualsiasi altro mercato: l’individuazione di un target di riferimento, con rispettivi bisogno da colmare sui quali costruire il messaggio pubblicitario. Una volta fatto ciò, possiamo identificare i canali più indicati per raggiungere i potenziali acquirenti e consolidare la nostra nuova community nel Web3.

Chi compra e perché un NFT: i diversi target

Come esistono diverse tipologie di NFT, esistono anche diverse leve d’acquisto e conseguenti segmenti target accumunati da esse. Ecco le tipologie di acquirenti NFT più diffuse:

  • Flippers: vogliono essere i primi a saltare su una novità. Cercano un’opportunità di investimento che generi un’aumento di valore nel tempo, dallo stile “cool”, nuovo e interessante
  • Collectors: cercano pezzi unici, storici e che possano “covare” nelle proprie collezioni. Cercano unicità, rarità e prodotti che aumentino di valore nel tempo
  • Early Adopters: sono soprattutto i millennials che fanno già parte del mondo Crypto. Comprano NFT per supportare economicamente l’arte e gli artisti che amano e in quanto un NFT è meno tassato rispetto al possedimento di Cryptovalute
  • Early Mainstream: vedono gli NFT come il futuro e investono per prendere parte e guadagnarsi un posto in questo mercato. Hanno una leva d’acquisto simile ai Flippers, ma sono meno impulsivi e anche meno giovani
  • Big Brand: target che arriva tramite i più recenti approcci dei big brand fisici nel metaverso. Non capiscono ancora bene il mondo degli NFT ma investono in ciò che è unico, originale, di qualità e che gli dia accesso ad una community/eventi a loro riservati

I migliori alleati del marketing per NFT: strumenti e strategie

Di qualsiasi settore si tratti, ogni strategia di marketing di successo racconta i valori del brand attraverso un tema unico, originale e creativo.
Negli NFT ciò si traduce nella scelta stilistica del design e nella coerenza generale con la comunicazione del brand: pensiamo ad un ipotetico NFT di smarTalks, avrà uno stile flat, probabilmente illustrativo con forse pochi elementi in rilievo e la prevalenza del nostro amato viola!

Una volta definito il design, possiamo passare ai contenuti ed i canali migliori per promuovere il nostro NFT.

Essendo qualcosa di intangibile e poco noto alla massa, sono sicuramente utili dei contenuti educativi che guidino il nostro pubblico facendolo innamorare della nostra collezione.

Per massimizzare la copertura del nostro NFT inoltre, è consigliabile:

  • condividere i propri oggetti di collezione digitali sui social media, magari attraverso grafica animata
  • sviluppare e accrescere una community, sfruttando la gamification e canali nuovi dove si ritrovano gli appassionati di NFT (Discord o Twitch ad esempio)
  • utilizzare il nuovo mercato del metaverso, organizzando eventi o pop up store lì

Altri strumenti fondamentali per una strategia di digital marketing per NFT sono sicuramente:

  1. SEO e CRO: analizzando le tendenze stilistiche, tematiche e settoriali degli NFT si può ottimizzare la componente SEO del nostro NFT e massimizzare così la copertura intercettando ricerche interessate. Inoltre, ottimizzando tale fattore, l’NFT potrebbe apparire anche nella SERP, andandosi a posizionare anche su Google.
    Combinando il tutto con l’approccio CRO, (Conversion Rate Optimization) potremmo convertire il traffico generato in conversioni: da utenti a lead fino a clienti!
  2. Email marketing: aggiorna in anteprima il tuo pubblico sulle novità del Brand, falli sentire parte della community e dedica agli acquirenti NFT una lista dedicata con contenuti ed inviti esclusivi!
  3. Influencer marketing: gli influencer hanno un pubblico consolidato che consente al progetto proposto di guadagnare fiducia e ai proprietari di NFT di risparmiare tempo e risorse necessarie per iniziare un approccio con nuovi segmenti di pubblico. Gli influencer che sono genuinamente appassionati al mercato NFT e al web3 sono sempre di più, soltanto in Italia i tre più influenti sono: Federico Clapis, Dangiuz ed Annibale Siconolfi.
Influencer Marketing NFT
Fonte: www.appypie.com

Strategie di Marketing per NFT: le best practice dei brand

L’elenco dei brand che investono in NFT sta diventando sempre più lungo, ma come capire chi ha adottato una strategia veramente efficace? Gli indicatori da attenzionare sono il fatturato totale degli NFT ed il volume delle vendite secondarie. In base a questi elementi, ecco alcuni Brand che hanno raggiunto ottimi risultati introducendo gli NFT nella loro strategia di digital marketing.

  1. Nike: uno dei primi ad approcciarsi agli NFT guadagnandone notorietà. Awareness a parte, ha guadagno quasi $183.69 milioni di vendite totali più $90.59 milioni di royalties. Un volume di transazioni secondarie da record, dal valore di $ 1,3 miliardi.
  2. Adidas: entrata di recente nel mondo NFT, con la collezione “Into the Metaverse” che ha ottenuto risultati eccezionali. Un fatturato totale di $10.95 milioni in combinazione con $4.75 milioni di royalties, rendendo i 30.000 NFT soldout in poche ore dalla messa online.
  3. Tiffany: con soli 250 NFTiff, Tiffany ha riportato notevoli entrate complessive NFT di $ 12,62 milioni. I suoi NFT sono pass digitali che permettono l’accesso esclusivo a pezzi di gioielleria da collezione dal valore immenso.
  4. Gucci: il suo interesse per gli NFT resiste anche alle difficoltà della crisi cripto, come dimostrato dalle circa $ 11,56 milioni di vendite.
  5. Australian Open: è il primo evento del Grande Slam ad interessarsi nei mercati di NFT e Web3. Gli NFT di AO Art Ball, che offrono collegamenti con i dati delle partite in diretta, sono stati resi disponibili durante l’Australian Open.
Best practice marketing NFT: il caso Tiffany
Fonte: ww,blog.cryptoflies.com

Gli NFT sono quindi solo un’opportunità dei Big Brand? No, in modi, strategie e applicazioni diverse gli NFT possono essere un’importante elemento distintivo, introducendo il Brand in un mercato nuovo e tutto da esplorare.

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