La cultura si fa social: marketing culturale e influencer

L’Italia ha la fortuna di vantare un grande patrimonio di cultura e arte e la comunicazione in questo settore è considerata un tema di forte attualità soprattutto in relazione al mondo digitale.

Valorizzare un bene culturale significa anche renderlo accessibile alla maggior parte della popolazione ed è quindi importante ideare e attuare strategie di comunicazione non solo creative, ma anche coinvolgenti, grazie alle piattaforme social.

Proprio a tal proposito l’influencer marketing sta rivoluzionando il modo in cui vengono promossi i beni culturali attraverso le piattaforme digitali, dimostrando come l’uso strategico dei vari canali aumenta la visibilità e l’interesse per musei, mostre e libri.

E allora quale migliore occasione per parlare di marketing culturale se non proprio in concomitanza con la Giornata Internazionale dei Musei?

Ricorrere all’influencer marketing per promuovere beni culturali

L’influencer marketing è, in breve, una strategia di comunicazione che sfrutta la popolarità di alcuni personaggi, definiti, appunto, influencer, per promuovere prodotti, beni e servizi, così da raggiungere un pubblico vasto, ma anche mirato.

Anche il mondo della cultura, oggi, sta attuando diverse strategie per valorizzarsi e presentarsi di più: il Museo del Prado di Madrid e le Gallerie degli Uffizi di Firenze, sono solo alcuni dei musei internazionali che hanno deciso di approdare sui social, aprendo anche profili su Tik Tok.

Il loro scopo? Quello di raccontarsi e presentarsi ad un pubblico giovane e non solo, con un linguaggio decisamente inaspettato.

Ad accendere i riflettori su questo tema ha contribuito anche il caso Ferragni, quando l’imprenditrice digitale ha partecipato ad uno shooting fotografico per la celebre rivista Vogue Hong Kong, ambientato all’interno degli Uffizi di Firenze.

Chiara Ferragni al Museo
Chiara Ferragni al Museo degli Uffizi di Firenze, durante lo shooting per Vogue Hong Kong. Fonte: Chiara Ferragni

Tuttavia, non si tratta del primo caso in cui famosi influencer e personaggi dello spettacolo incontrano il mondo della cultura; ultimamente, infatti, musei e centri storici sono diventati palcoscenico di sfilate o set di campagne pubblicitarie.

Proprio Chiara Ferragni, poco prima della visita al museo, aveva documentato attraverso le sue Stories di Instagram la visita all’interno dei Musei Vaticani, mentre il Museo Egizio di Torino ha fatto da sfondo al cantante Mahmood per il video clip del suo singolo Dorado.

Un biglietto in sospeso da Giulia Valentina

Giulia Valentina, la nota influencer famosa su Instagram per le sue Wawe (Guendi e Chew, due tenere Chihuahua) e per condividere spesso consigli su libri da leggere, outfit e regole di grammatica inglese (grazie alla sua rubrica TGIG – Thanks God It’s Giulia), coinvolge i suoi 965 mila followers portandoli con sé nei suoi viaggi e invitandoli a visitare insieme musei e mostre fotografiche.

Come? Con un biglietto in sospeso, tecnica che prende spunto dall’omonima pratica napoletana che comporta il lasciare un caffè, appunto, in sospeso, cioè a disposizione di un cliente successivo.

Giulia Valentina
Giulia Valentina e il suo modo di comunicare la cultura. Qui al Palazzo Reale di Milano durante la mostra Prima, donna. Margaret Bourke-White. Fonte: Giulia Valentina

Non mancano gli esempi in cui Giulia Valentina ha fatto ricorso a questo metodo per invogliare i suoi seguaci a “seguirla” anche all’interno di spazi storici.

Uno dei più noti ultimi risale a settembre 2020: visitando il suo profilo Instagram era possibile “screenshottare” un invito da mostrare all’ingresso del Museo Poldi Pezzoli di Milano, per potersi aggiudicare uno dei 100 biglietti lasciati in sospeso per la mostra MEMOS. A proposito della moda in questo millennio, dedicata ad un racconto in cui abiti e parole si intrecciano.

L’effetto Ferragni

La visita – con shooting – di Chiara Ferragni alle Gallerie degli Uffizi di Firenze, a luglio 2020 ha portato ad un rapido incremento dei visitatori per il weekend successivo e il direttore del Museo, Eike Schmidt ha riscontrato, con piacere e un po’ di sorpresa, un aumento di giovani visitatori, il + 27%, dato che conferma questa strategia come vincente.

Chiara Ferragni
Chiara Ferragni in visita alle Gallerie degli Uffizi, “uno dei musei più speciali nel mondo”, così come lei lo ha definito. Fonte: Chiara Ferragni

Al museo con l’Estetista Cinica

«Fatevi un regalo. Andateci».

Queste le parole di Cristina Fogazzi, in arte Estetista Cinica, che esorta i suoi 761 mila followers su Instagram a scoprire le bellezze culturali che il nostro paese ci offre, in tutta sicurezza, visto il periodo di Pandemia. Lo dice da una delle splendide sale dei Musei Vaticani.

Cristina Fogazzi, la famosa Estetista Cinica, in visita ai Musei Vaticani.
Cristina Fogazzi, la famosa Estetista Cinica, in visita ai Musei Vaticani. Fonte: @estetistacinica

L’idea di promuovere luoghi di cultura non è del tutto nuova, le era già venuta in mente nel 2019, quando aveva deciso di progettare un tour promozionale, il Circo Cinico, che si sarebbe dovuto svolgere anche in alcuni musei italiani.

«L’idea della bellezza che va nei luoghi della bellezza. Vendere una crema che fa bella la pelle, ma allo stesso tempo proporre di andare a visitare un museo».

Un tour culturale

Il team di Veralab, la sua società di bellezza, avrebbe invitato i partecipanti all’interno di diversi musei italiani, che, per l’occasione, avrebbero aperto le proprie sale. L’emergenza sanitaria ha costretto ad un cambio di programma e infatti la scorsa estate, insieme al Touring Club Italiano, la Cinica ha presentato il suo ultimo libro in un promo tour attraverso i borghi Bandiera Arancione piccoli comuni dal patrimonio storico, culturale e ambientale prestigioso.

Nel tour presente, oltre a Paolo Stella, anche Stefano Guerrera, diventato famoso su Facebook, per aver ideato la pagina Se i quadri potessero parlare, un’idea che ha riscosso molto successo, proprio per la peculiarità di presentare opere famose di altrettanto celebri artisti, in chiave ironica.

A proposito di arte: Cleliart

Il “Selfie ad arte” è invece il format di Cleliart, alias Clelia Patella, che con originalità e gusto pubblica sulla sua pagina Instagram, dove si definisce Art Influencer, le sue visite a mostre e musei: gioca a ritrarsi con le opere, immedesimandosi in esse, per proporre l’arte a portata di tutti.

Un’idea originale e molto apprezzata dal pubblico che, in questo modo, si trova coinvolto in un gioco di ironia e cultura.

Clelia Patella
Clelia Patella, conosciuta sui social come Cleliart, nota per i suoi “Selfie ad arte” che coinvolgono il pubblico trasportandolo all’interno di famose opere d’arte internazionali. Fonte: @cleliart

Youtuber e beni culturali come coppia vincente

Aumentare il numero di giovani fruitori attraverso uno storytelling differente è stato il motivo per cui Card Musei Bologna e il Museo Archeologico di Napoli hanno deciso di affidarsi a giovani e noti youtuber per promuovere le loro attività.

La Card Musei è un abbonamento annuale che offre ingressi gratuiti e riduzioni speciali per musei, teatri, cinema e festival sul territorio di Bologna Metropolitana.

Il risultato dell’aver promosso l’attività grazie al giovane youtuber Luis Sal? Più di 370 mila visualizzazioni su tutte le piattaforme, con l’incremento del pubblico coinvolto dai 13 ai 24 anni.

L’altra istituzione che ha scelto di affidarsi a influencer, il cui punto di forza è la creatività narrativa, è il Museo Archeologico di Napoli, che ha cavalcato l’onda del successo dei videomaker napoletani The Jackal, discostandosi per questa campagna dal classico tono istituzionale, per adottarne uno più vicino e familiare alle nuove generazioni. Il video ha ottenuto più di 2 milioni di visualizzazioni.

Esempi, tutti questi, che dimostrano che un dialogo tra social e cultura è possibile e funzionale. Si sente spesso dire quanto le nuove generazioni siano poco interessate al mondo dell’arte: l’influencer marketing per la promozione di beni culturali è la riprova che con giuste tecniche e linguaggi appropriati ci si può rivolgere a qualsiasi tipo di pubblico.

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