Il mondo si evolve alla velocità della luce e anche un settore come quello dell’Influencer marketing, nato solo qualche anno fa, continua a rinnovarsi. Lo scenario della comunicazione si espande e fa spazio agli idoli digitali della nuova era: i Virtual Influencer.
Chi sono i Virtual Influencer?
I Virtual Influencer o CGI Influencer (Computer-Generated Imagery Influencer) sono sostanzialmente degli avatar presenti sui social che rappresentano personaggi ben specifici e con identità molto forti. Il loro comportamento simula i comportamenti umani in tutto e per tutto, tant’è vero che numerose aziende, in particolar modo quelle del settore moda, sono sempre più interessate ad avviare collaborazioni con loro.
1. Miquela Sousa
La nascita di questi avatar in realtà non è cosi recente, risale infatti al 2016. Al tempo la società di Los Angeles Brud, specializzata in intelligenza artificiale e robotica, creò la prima virtual influencer, Miquela Sousa. I due ideatori Trevor McFedries e Sara DeCou hanno creato la ragazza che oggi è seguita da ben 2.9 milioni di followers e con un tasso di engagement invidiabile. Miquela sponsorizza i suoi brand preferiti, dà consigli ai suoi followers e si batte anche per cause sociali come #Blacklivesmatter. Si tratta di una “semplice” modella appassionata di moda e di musica: ha infatti pubblicato il suo singolo Mine nel 2017 e continua a creare musica, disponibile per il download e lo streaming sulle maggiori piattaforme musicali.
Le aziende la amano e vedono in lei un grande potenziale, motivo per il quale già dall’inizio della sua esistenza ha collaborato con grandi brand. Ecco alcuni nomi:
- Prada: nel 2018 Miquela ha presenziato alla sfilata del brand durante la Milano Fashion Week nei panni di una vera e propria influencer.
- Chanel: ha partecipato a diverse campagne pubblicitarie indossando gli abiti della maison.
- Balenciaga: ha indossato e pubblicizzato su Instagram le sneakers Triple S.
- Calvin Klein: nel 2019 partecipa, insieme a Bella Hadid, a uno spot per promuovere i valori LGBTQ con la scena delle due modelle che si baciano.
- UGG: partecipa alla campagna pubblicitaria per i quarant’anni del brand.
- Samsung: insieme a Steve Aoki, Millie Bobby Brown e Ninja ha partecipato a una campagna per il lancio del #TeamGalaxy.
2. Noonoouri
Noonoouri ha meno followers di Lil Miquela, 369 mila, ma è altrettanto desiderata dalle aziende.
Noonoouri è stata ideata da Joerg Zuber, direttore creativo e CEO dell’azienda di branding e design Opium, per incarnare il ruolo di una ragazza che vive a Parigi, interessata alla moda, alla bellezza, al lifestyle ma anche per ricoprire il ruolo di attivista sociale dedicandosi a dar voce a chi non ne ha: i temi trattati sono principalmente il femminismo, i bambini, la natura e gli animali. L’avatar si presenta con un aspetto orientale dai tratti kawaii. Il creator dice di essersi ispirato per la sua realizzazione a personaggi come Kim Kardashian e Naomi Campbell.
Sul suo profilo Instagram @noonoouri si definisce come una ragazza digitale, attivista e vegana. La cosa interessante è che l’influencer fa ufficialmente parte della Imgmodels, agenzia statunitense di model management e talent discovery, a cui i brand possono rivolgersi se volessero ingaggiarla.
Noonoouri appare spesso accanto a personaggi influenti e ha collaborato con grandi brand, in particolar modo nel settore del luxury fashion:
- Dior: ha partecipato come ospite alla sfilata Cruise 2019.
- KKW Beauty & Yeezy: se la sua ispirazione più grande è Kim Kardashian, Noonoouri non ha potuto che collaborare con il marchio della celebrity più famosa d’America e del marito Kanye West.
- Versace: ha sfilato al fianco di Kendall Jenner.
- Philosophy: è stata scelta da Lorenzo Serafini come nuovo volto del brand.
- Roberto Cavalli: nel 2018 è apparsa su Instagram con gli abiti del marchio.
- Furla: dal 2020 è la nuova icona per realizzare le campagne pubblicitarie di borse.
L’ultima collaborazione di Noonoouri è di pochi giorni fa con l’Istituto Marangoni di Milano. Sarà la prima studentessa a partecipare al nuovo master in Digital Art Director, promosso dalla School of Design e McCann Worldgroup Italia, agenzia di comunicazione di livello mondiale.
È stata scelta proprio lei per rappresentare la nuova figura che si formerà da questo percorso di studio, figura professionale che sappia ideare progetti di comunicazione integrata e cross channel tra i metodi tradizionali e quelli legati ai media digitali. Noonoouri incontrerà a breve il direttore dell’Istituto, Massimo Zanatta, che le darà il il benvenuto e a febbraio inizierà le lezioni del master insieme agli altri studenti.
3. Ronnie Blawko
Su Instagram Ronni Blawko conta 151 mila followers e nasce dagli stessi ideatori di Lil Miquela rappresentando un virtual influencer in versione uomo, dalla pelle scura, con tatuaggi, testa rasata e viso sempre parzialmente coperto da una mascherina nera. È un lifestyle influencer ed è molto attivo su Youtube, ma analogamente ai suoi colleghi collabora anche su Instagram con diversi brand come Versace e Burberry.
4. Colonnello Sanders
Nel caso del Colonnello Sanders non abbiamo una pagina Instagram dedicata ma la strategia è stata quella di ricreare il proprio rappresentante storico in maniera virtuale e di farlo apparire ogni tanto sulla pagina del brand. La KFC ha voluto ideare l’avatar di Harland Sander, l’imprenditore e inventore della catena di fast food, scomparso nel 1980 all’età di 90 anni.
Il personaggio, che compare saltuariamente su Instagram, potrebbe sembrare solo un omaggio al creatore dell’azienda ma il realtà è un vero e proprio influencer che mostra la propria vita quotidiana e interagisce con i follower: non è solo un testimonial ma attua anche collaborazioni con altri brand come Old Spice e Dr Pepper.
Vantaggi dei Virtual Influencer
Questi sono solo alcuni dei virtual influencer creati fino ad ora. Si prevede ci sarà un aumento esponenziale della loro presenza online nei prossimi anni e, secondo una ricerca di HypeAuditor, questi ultimi hanno un engagement rate decisamente più alto rispetto agli influencer reali.
Quali sono i vantaggi principali del Virtual Influencer Marketing?
- engagement rate più alto dato dalla condivisione delle loro vite coinvolgenti, dall’empatia che si crea tra loro e i seguaci e dal comportamento che attuano, simile al loro pubblico di riferimento: la Generazione Z
- costi minori rispetto a un influencer reale
- controllo diretto della comunicazione che l’azienda vuole trasmettere
- assenza di possibili epic fail o sbagli, caratteristici dell’uomo
Svantaggi dei Virtual Influencer
Come in tutti i nuovi media e invenzioni, il settore dei virtual influencer ha anche dei lati negativi che le aziende dovrebbero prendere in considerazione prima di intraprendere una strategia di marketing in questa direzione:
- il fattore umano distinguerà sempre i reali influencer da quelli virtuali, le persone che seguiranno questi avatar si renderanno conto che, pur interagendo direttamente con loro, questi in realtà non provano emozioni reali e non possono essere davvero interessati ai propri followers.
- mancanza di fiducia che i clienti possono provare rendendosi conto che si trovano davanti a qualcosa di non reale con la possibilità che si trovino a dubitare della veridicità di quello che l’avatar dice o fa: quello che ne consegue è la possibile presa di coscienza da parte dei clienti che il vero scopo dei virtual influencer sia solo commerciale.
- questioni legali che stanno nascendo su chi si dovrebbe effettivamente prendere la responsabilità, se questi cyber influencer dovessero violare regole e codici etici, poiché non è sempre facile risalire a chi li gestisce tra creatori, agenzie e marketers.
- costo elevato dato che si tratta di intelligenza artificiale, che non è alla portata di tutti, ma è sempre minore di quello di uno reale.
Questa nuova tecnologia potrebbe cambiare per sempre il modo di fare pubblicità e l’influencer marketing. Per avere un contratto con un influencer reale bisogna inviare i capi, pagare logistiche e trasporti, l’alloggio, la partecipazione a eventi e lo stipendio effettivo della sponsorizzazione.
Con gli influencer virtuali basterebbe solo pagare una piccola parte di produzione dell’avatar all’azienda che ne ha i diritti.
Spetta al brand interessato valutare i pro e i contro di questo nuovo tipo di comunicazione in atto ma sicuramente sono già tante le aziende che si stanno mettendo in moto per accaparrarsi i migliori Virtual Influencer. Anche se al momento sono solo i grandi marchi ad aver lavorato con questi nuovi personaggi digitali, è molto probabile che si aprirà presto la strada anche a brand più piccoli quindi è necessario che tutti tengano d’occhio l’evoluzione di questo fenomeno.
I brand di tutto il mondo, in particolare quelli del settore della moda, si stanno dedicando da diverso tempo alla realizzazione di esperienze virtuali e realtà aumentate a livello di gaming. La realizzazione di avatar che hanno il potere di influenzarci non è altro che un altro tassello inevitabile verso un mondo che rincorre la digitalizzazione.