Il problema delle nuove generazioni e di chi è in un possesso di uno smartphone è l’attenzione. La ricerca di Microsoft parla addirittura di una soglia media pari a 8 secondi a causa della nuova tecnologia touch. Per questo motivo la soglia di attenzione è paragonabile a quella di un pesce rosso.

Lo Smartphone è la nostra ampolla
Sono pochi i minuti in cui purtroppo possiamo avere una concentrazione solida ed è sempre lo smartphone a disturbarci, anche quando in realtà non lo fa veramente. Spesso ci capita di sentirlo suonare o vibrare, pensando e paragonando il suono ad una nuovo messaggio Instagram o Facebook, ma in realtà no, è solo il frutto della nostra immaginazione. Ciò è dettato dal fatto che il suono delle notifiche è creato apposta per formare dopamina.
Gloria Mark, professoressa dell’Università della California, attraverso degli studi, misurando il tempo massimo di concentrazione, scoprì che 10 anni fa, prima della diffusione effettiva del cellulare, la concertazione minima era di 3 minuti e 6 anni fa si è ridotto a 1.15 minuti, oggi invece è sceso a 40 secondi.
Noi siamo vittime dell’ampolla, senza di essa non possiamo vivere, creerebbe in noi un senso di angoscia e di ansia tale da chiuderci in noi stessi.
Siamo distratti per 12 minuti, per mettercene poi 23 a ritornare concentrati, ma per pochi secondi. La nostra testa ha dei “problemi di frequenza”, causate dal bombardamento di interruzioni.
Ha un impatto fortissimo il burnout che è ormai uno dei mali del nostro secolo. Insomma siamo attratti dallo smartphone e in un certo senso ne finiamo imprigionati senza rendercene neanche conto.