Nato da un’idea dell’agenzia torinese Hub Brand People, il Movimento Grandi Minuti (MGM) pone l’accento su un disagio comune a tutti coloro che desiderino un piatto di pasta: la difficoltà di trovare l’indicazione dei minuti di cottura.

“Milioni di italiani lo chiedono forte! Curvi la sera sulle cucine semi buie, con gli occhiali appannati dal vapore dell’acqua che bolle, alla ricerca disperata dell’indicazione anelata: “in quanto c…o di tempo cuoce questa pasta?”. E i produttori di pasta, a scriverlo sempre più piccolo, sul retro, sul bordo, su uno sfondo fluorescente! E gli italiani soffrono!”
È con questo copy che l’agenzia pubblica il progetto sui social.
Il Movimento vuole quindi dare ascolto a tutti i milioni di italiani che da sempre chiedono che i numeri di cottura vengano messi maggiormente in risalto sulle confezioni di pasta, portando a una netta rivoluzione dei packaging.
Ma perchè questi benedetti numeri non vengono messi in evidenza? Secondo alcuni, rendere ben visibili i minuti di cottura potrebbe spingere i consumatori a scegliere la pasta “al risparmio”, ovvero quella che cuoce in minor tempo, tralasciando però caratteristiche come gusto, prezzo, tipologia. Altri ancora, invece, sostengono che la pasta vada semplicemente assaggiata per capire se è cotta, senza prestare attenzione ai minuti riportati sulla confezione.
Ovviamente c’è chi non si è lasciato scappare l’occasione per fare del buon real-time marketing pur non essendo un produttore di pasta. È il caso di Findus, che ha pubblicato sui propri social la foto della confezione del proprio Minestrone Tradizione su cui spiccano i minuti di cottura e un messaggio rivolto ai produttori di pasta.
