La scelta del font rimane una delle decisioni fondamentali per attrarre o mantenere l’attenzione di chi legge. Il carattere che viene scelto deve essere adeguato al tipo di messaggio che si vuole trasmettere, trasportando il lettore in un contesto emotivo specifico; per questo è importante considerare l’impatto psicologico e semiotico di ogni carattere tipografico. Nel determinare il successo di una comunicazione, infatti, la scelta del font gioca un ruolo fondamentale.
Grazie alle scoperte delle neuroscienze e al neuromarketing, oggi è possibile avere qualche indicazione in più su come scegliere il font giusto per una comunicazione vincente.
Il Neuromarketing
Il Neuromarketing è una disciplina sempre più utilizzata al giorno d’oggi, il suo scopo è quello di analizzare i processi inconsapevoli che avvengono nella mente del consumatore, i quali influiscono sulle decisioni di acquisto o sul coinvolgimento emotivo nei confronti di un brand.
Ogni giorno ognuno di noi è esposto ad innumerevoli stimoli, online e offline, legati a spot pubblicitari, insegne o simili. Questi input vengono trattenuti nella memoria e inconsapevolmente il nostro cervello innesca associazioni tra i diversi marchi, legandoli a determinati suoni, colori ed emozioni.
Dalla teoria alla pratica
Molti esperimenti hanno permesso di verificare il grado di influenza che hanno i diversi font sul comportamento d’acquisto. Ad esempio, uno studio sui font in corsivo ha potuto dimostrare che una semplice inclinazione delle lettere può aumentare a livello non conscio l’urgenza di reagire ad una determinata “call to action”. Un carattere “rotondo” è percepito come amichevole, mentre uno con linee dritte o angoli dimostra autorevolezza, quelli che riproducono la grafia trasmettono familiarità.
Le ricerche di psicologia cognitiva affermano che ai diversi font vengono attribuiti diversi significati psicologici. Si è così scoperto che il font Times New Roman aumenta la sensazione di ironia e divertimento di un testo comico, mentre l’Arial l’attenua. Altre ricerche hanno invece dimostrato una correlazione tra estetica del carattere e aumento del pensiero creativo dei lettori.
La scelta del più semplice
Negli ultimi anni è avvenuta un’esplosione dei font semplici: Arial, Roboto, Open Sans e tanti altri sono diventati i preferiti dagli scrittori e lettori, ma quello che ha avuto un maggiore successo è Helvetica, famoso per la sua linearità semplice e considerato il font più usato ed apprezzato del pianeta.
Caratteri semplici e chiari ottengono un indice di conversione maggiore rispetto a quelli più elaborati e complessi, e sono quindi più indicati per quelle parti di testo in cui chiediamo al lettore di agire: form, call of action, pulsanti, banner e manifesti pubblicitari.
Sans Forgetica, il font che aiuta la memoria
Sviluppato e progettato da un’equipe mista di psicologi, tipografici e neuroscienziati con lo scopo di creare un carattere che potesse facilitare la memorizzazione e l’apprendimento di un testo generando una sorta di “difficoltà desiderabile” nella lettura. Infatti, fare un po’ di fatica mentre leggiamo un testo aumenta l’attenzione e la memorizzazione.
Altre categorie di font
Grazie alla creatività dei tipografi i font disponibili nel mondo continuano ad aumentare. Possiamo quindi affermare che ogni carattere, grazie al proprio impatto visivo e alla propria suggestione psicologica, può appartenere a una di queste cinque macro categorie principali:
1. Serif
“Caratteri con le grazie”, danno un tocco di eleganza, tradizione e classicità. Questi caratteri trasmettono senso di affidabilità e permettono di instaurare un rapporto di fiducia con il lettore. Le grazie rendono le lettere bilanciate e semplificano la lettura sulla carta. Nei siti web invece, si predilige l’uso di questa categoria solo nei titoli per evitare il rischio di creare confusione;
2. Sans Serif
“Caratteri senza grazie”, più moderni e innovativi. Questa categoria viene spesso utilizzata sul web per la sua efficacia nel trasmettere i messaggi in modo chiaro, senza creare confusione al lettore per via della loro linearità e assenza di fronzoli. Non a caso questi font sono prediletti dai colossi Apple e Windows.
3. Script o calligrafici
Caratteri che simulano la calligrafia a mano, dando l’idea di una scrittura sofisticata e sbarazzina. È importante ricordare che questa tipologia è sconsigliata nei testi lunghi poiché potrebbe risultare poco leggibile.
4. Display
Questa categoria possiede caratteri di stile vintage, ideali per suscitare nostalgia e permettere un tuffo nel passato.
5. Moderni
I caratteri più moderni vengono percepiti come trendy, alla moda e alle volte futuristici. L’utilizzo di questa categoria vuole trasmettere l’idea dell’essere al passo coi tempi.
Non conta quindi solo il contenuto, ma anche la presentazione tipografica. Per concludere infatti, possiamo affermare nuovamente che la percezione delle persone ad un messaggio è influenzata in modo evidente dal font con cui esso viene presentato. Proprio per questo motivo, l’applicazione delle Neuroscienze alla tipografia rimane un campo di studi molto promettente e importante non solo per esperti, ma anche per l’innovazione e lo stimolo della fantasia dei creativi, dei designer e dei tipografi.