Il phygital è uno dei principali digital marketing trends 2021 grazie alle integrazioni di realtà aumentata e virtuale che vengono perfezionate ogni giorno.
Il consumatore ha moltiplicato i suoi touchpoints che quasi mai sono soltanto online o soltanto offline. C’è chi preferisce fare ricerca online e acquistare in negozio (web rooming) e viceversa (show rooming). Con le ultime integrazioni tecnologiche di realtà aumentata o virtuale gli step sono diventati più complessi.
La pandemia ha incrementato questo trend, cercando di rendere digitali e fruibili a distanza tutti i prodotti, servizi o esperienze. C’è un prodotto particolare che ha accusato più di altri la crisi e che purtroppo o per fortuna non è mai del tutto digitalizzabile: l’esperienza del viaggio.
A differenza di musica, film, libri, il viaggio è un’esperienza che non potrà mai essere vissuta a 360° dal divano di casa anche con le tecnologie più evolute, perché ingloba le persone, i rapporti, gli odori, i rumori, i colori e tanti altri fattori difficilmente riproducibili dalle tecnologie, perlomeno tutti insieme.
Nonostante ciò, per sollevarsi dalla pesante crisi, qualcuno ha provato a mantenere alta l’attenzione dei viaggiatori e continuare a farli sognare con escamotage che si sono serviti del digital e della tecnologia.
La crisi come opportunità
In pandemia alcune strutture o destinazioni si sono messe in gioco per farsi conoscere, tenere alto l’hype pre-viaggio e soprattutto trovare una fonte di guadagno alternativa.
Il settore turistico è stato a lungo paralizzato, ma qualcuno è riuscito a tirarsi su studiando, adattandosi ai nuovi mezzi e creandone di nuovi. Il customer journey dei viaggiatori, come quello di tutti i consumatori, è cambiato radicalmente negli ultimi anni, si parla di turista 4.0 che si informa, naviga sul web ed è disposto a fornire i propri dati in cambio di un’offerta che sia adatta e cucita su misura per lui.
Spesso i privati nel turismo non sfruttano le enormi potenzialità del web, non raccolgono i giusti dati e non li analizzano nonostante i numerosi strumenti a disposizione. Questa crisi ha smosso qualcosa e ha fatto comprendere il bisogno di conoscere il proprio consumatore e il suo “tourist journey”.
Le integrazioni digitali e tecnologiche
Ecco perché non solo molti hotel, agenzie e tour operator hanno iniziato a formarsi e costruire una presenza forte nel digitale, ma anche moltissime start up sono nate per aiutare gli operatori del turismo a essere presenti nelle vite delle persone anche quando erano chiuse in casa.
Un caso emblematico è Miravilius, il “Netflix dei viaggi”; come si legge sul sito:
«L’obiettivo è dare la possibilità a chiunque lo desideri di viaggiare senza muoversi da casa o di cominciare a scoprire i posti nuovi che visiterà non appena ci si potrà spostare di nuovo».
Fonte: Miravilius
Di cosa si tratta?
L’idea della start up è creare un network di guide turistiche che, grazie a videomakers, droni, telecamere professionali, raccontino il mondo e accompagnino il turista digitale proiettandolo dal divano al Giappone, all’India, a Parigi attraverso Zoom con vere e proprie visite guidate.
Il modello di business si basa sulla vendita di singoli tour o di abbonamenti mensili, in vero stile Netflix, a 9,99euro al mese per partecipare a tutti gli eventi in programma senza limiti.
Miravilius si pone come obiettivi:
creare un “turismo” più inclusivo in cui anche chi, per motivi di tempo o denaro, non riesce a fare viaggi lunghi e complessi può visitare virtualmente questo località con guide specializzate;
integrarsi come servizio durante la scelta di una meta da visitare: un’anteprima della vacanza.
Gite scolastiche virtuali
Un altro case di successo recente è quello di Codytrip, un’idea di DIGIT Srl, in collaborazione con l’Università di Urbino e con CodeMOOC net, che si è posta come obiettivo quello di portare gli alunni di 383 scuole italiane in gita, in un momento storico che non lo permette, per far vivere loro tutta l’esperienza a partire dallo scuolabus.
Fonte: codemooc.org
A Bari gli alunni in presenza, con il supporto di visori e lavagna LIM, hanno fatto il viaggio in bus, visitato Firenze e mangiato un piatto tipico toscano. Di queste attività soltanto l’ultima è stata “reale”.
Le gite d’istruzione sono parte integrante del percorso scolastico e umano dei ragazzi. Come tante altre cose quest’anno sono venute meno. Queste gite virtuali sono state accolte in modo molto positivo dai ragazzi curiosi e affascinati dalla novità.
L’obiettivo del progetto è ovviamente colmare l’assenza dei viaggi d’istruzione in questo periodo, ma anche integrare il normale anno scolastico con più “gite” nelle città italiane e dare la possibilità alle famiglie meno abbienti di far “viaggiare” di più i loro figli.
Il futuro del digital nel turismo
Mentre durante il lockdown idee come queste dovevano sostituire il soggiorno e allietare gli animi delle persone bloccate a casa, le integrazioni digital e tecnologiche serviranno in una fase diversa del customer journey:
il pre – acquisto: creeranno nuovi touchpoints o integreranno quelli tradizionali nella fase di awareness di una destinazione;
il post – acquisto: facilitando i rapporti dopo l’esperienza per aumentare cross e up selling o supportando il ricordo dell’esperienza.
Anche la fase della permanenza è stata integrata con tecnologie contactless come il servizio tramite l’app e il keyless, che potranno essere utili per facilitare e snellire le funzioni del personale nelle strutture, permettendogli di dedicarsi alle mansioni più “umane” dell’accoglienza.
Non dimentichiamoci di coloro che per i più svariati motivi non possono raggiugere le destinazioni dall’altra parte del mondo, ma grazie alla tecnologia riescono a immergersi in quelle località e viverle quasi come se fossero lì.
La domanda non è cosa rimarrà del phygital nel turismo, ma in quali punti del nuovo tourist journey questo approccio verrà integrato per rispondere al meglio a un turista diverso, più consapevole e a suo agio con l’innovazione: il turista 4.0.
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