Le emoji sono diventate una componente fondamentale della comunicazione digitale, arricchendo i nostri messaggi con emozioni, tono e creatività.
Pensa che, visto il loro successo, è stata anche istituita una giornata interamente dedicata alle famose faccine gialle: ogni anno, il 17 luglio, viene celebrato il World Emoji Day, un’occasione per riflettere sull’importanza di queste iconiche figure e sulla loro evoluzione nel tempo.
Ma da dove vengono queste icone colorate e come possiamo usarle efficacemente nella nostra strategia di comunicazione? 🤔
Scopriamo insieme l’origine delle emoji e le migliori tecniche per integrarle nelle tue campagne di marketing.
Sono nate prima le emoticons
Prima dell’avvento delle emoji, c’erano le emoticons: combinazioni di caratteri tipografici che rappresentavano espressioni facciali per trasmettere emozioni.
Si dice che nel 1969 lo scrittore Vladimir Nabokov, durante un’intervista, abbia detto al proprio intervistatore: “Mi piacerebbe che esistesse un segno tipografico per il sorriso, da usare come risposta alle domande più difficili”.
Ma per uno dei primi utilizzi documentati di emoticons si deve aspettare il 1982, quando Scott Fahlman, un informatico dell’Università Carnegie Mellon, suggerì l’uso del simbolo 🙂 per segnalare scherzosamente i messaggi umoristici all’interno di forum online. Da allora, le emoticons sono diventate un modo comune per aggiungere tono e contesto emotivo ai testi scritti.
L’origine delle emoji
Le emoji hanno avuto origine in Giappone alla fine degli anni ’90. Shigetaka Kurita, un designer giapponese, ha creato le prime 176 emoji per la piattaforma di comunicazione i-mode di NTT DoCoMo. Oggi, il primo set di emoji originali è conservato al MoMa di New York.
L’idea era di creare simboli visivi che potessero trasmettere emozioni e concetti in modo più immediato rispetto alle parole. Da quel momento, le emoji sono evolute rapidamente, diventando un linguaggio universale utilizzato da miliardi di persone in tutto il mondo.
La Giornata Mondiale delle Emoji è stata istituita nel 2014 da Jeremy Burge, fondatore di Emojipedia, per celebrare questa forma di comunicazione universale e la sua crescente influenza nella cultura popolare e digitale.
Indovina perché è stato scelto come giorno proprio il 17 luglio? 📅 Perché il design dell’emoji del calendario su iOS mostra proprio questa data!
Samsung ha condotto un’indagine dedicata alle abitudini degli italiani nell’utilizzo delle emoji: è emerso che la più usata è quella del bacio, seguita dalla risata con le lacrime. Proprio questa, nel 2015, è stata eletta parola dell’anno dall’Oxford Dictionaries.
Come si usano le emoji? Ecco le tecniche efficaci
➡️ Aggiungere emozione ai messaggi
Le emoji possono trasformare un testo piatto in una comunicazione vibrante e coinvolgente. Utilizzare le emoji giuste può aiutare a trasmettere il tono del messaggio, che spesso può essere frainteso in un testo scritto.
Da uno studio condotto da Emojipedia si evince che l’uso globale delle emoji su Twitter è aumentato del 724% tra il 2013 e il 2023.
Inoltre, sono universali: anche se la Gen Z le interpreta e utilizza in modo diverso dalle altre generazioni, la maggior parte degli utenti le traduce allo stesso modo. Poi, essendo un elemento visivo, rendono i contenuti testuali più facili da comprende.
➡️ Rafforzare il branding
Possono essere utilizzate per rafforzare il branding aziendale. Alcuni marchi ne utilizzano di specifiche che rappresentano il loro logo o prodotti, o sfruttano addiriturra “giochi” di parole da associarre a ogni simbolo, come hanno fatto ad esempioo Netflix e Deadpool.
Pensa che Taco Bell è stata la principale azienda responsabile dell’emoji del taco 🌮. Grazie a una petizione organizzata su Change.org che ha ricevuto più di 33.000 firme, il marchio è riuscito a convincere il Consorzio Unicode a includerla nella versione dello standard Unicode.
➡️ Aumentare l’engagement sui social
Possono aumentare l’engagement sui social media, rendendo i post più accattivanti e condivisibili. Un case study interessante è quello di Domino’s Pizza, che ha lanciato una campagna su X (il Twitter di quel periodo) permettendo ai clienti di ordinare una pizza semplicemente inviando l’icona della pizza 🍕. Questo ha non solo aumentato le vendite ma ha anche creato un’enorme buzz sui social media.
➡️ Semplificare la comunicazione
Possono aiutare a semplificare la comunicazione, specialmente su piattaforme dove il numero di caratteri è limitato. Una emoji può sostituire una parola o un’intera frase, permettendo di comunicare in modo più conciso ed efficace.
Per di più, possono umanizzare un brand e studi di settore dimostrano che le emoji utilizzate per scopi di marketing aumentano il coinvolgimento e aiutano a mantenere l’attenzione dell’utente. Perfino la Casa Bianca le utilizzate per spiegare ai giovani le sue ragioni economiche!
Il WWF le ha utilizzate per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle specie in via di estinzione. Hanno creato una campagna chiamata Endangered Emoji in cui ogni emoji rappresentava un animale a rischio.
Gli utenti erano incoraggiati a donare una piccola somma di denaro ogni volta che usavano una di queste emoji. La campagna ha avuto un grande successo, raccogliendo fondi significativi e aumentando la consapevolezza sui problemi ambientali.
Usa le emoji nelle campagne di email marketing
Le emoji possono migliorare le tue campagne di email marketing aumentando i tassi di apertura e click-through. Un’emoji ben posizionata nell’oggetto dell’email può attirare l’attenzione del destinatario e far risaltare la tua email tra le altre nella casella di posta.
Le emoji, quindi, sono molto più di semplici icone colorate: sono uno strumento potente per migliorare la comunicazione, aumentare l’engagement e rafforzare il branding.
Che ne dici di integrarle nella tua comunicazione? Se non sai come fare, ci pensiamo noi per te!