La scelta del font rimane una delle decisioni fondamentali per attrarre o mantenere l’attenzione di chi legge. Il carattere che viene scelto deve essere adeguato al tipo di messaggio che si vuole trasmettere, trasportando il lettore in un contesto emotivo specifico. Per questo è importante considerare l’impatto psicologico e semiotico di ogni carattere tipografico.
Se ti interessa approfondire la semiotica nelle pubblicità, fai click qui.
Nel determinare il successo di una comunicazione la scelta del font gioca un ruolo fondamentale. Grazie alle scoperte delle neuroscienze e al neuromarketing, oggi è possibile avere qualche indicazione in più su come scegliere il font giusto per una comunicazione vincente.
Ti è mai capitato di leggere un testo che sembrava scritto in una lingua aliena solo perché il font era troppo elaborato? La scelta del font non è un dettaglio banale: può fare la differenza tra catturare o perdere l’attenzione del lettore.
Come scegliere un font
Il neuromarketing è una disciplina sempre più utilizzata e il suo scopo è quello di analizzare i processi inconsapevoli che avvengono nella mente del consumatore, quelli che influiscono sulle decisioni di acquisto o sul coinvolgimento emotivo nei confronti di un brand.
Ogni giorno ognuno di noi è esposto ad innumerevoli stimoli, legati a spot, insegne o altro. Questi input vengono trattenuti nella memoria e inconsapevolmente il nostro cervello innesca associazioni tra i diversi marchi, legandoli a determinati suoni, colori ed emozioni.
Studi di settore dimostrano che è possibile verificare il grado di influenza che hanno i diversi font sul comportamento d’acquisto.
- L’inclinazione delle lettere dei font in corsivo può aumentare a livello non conscio l’urgenza di reagire ad una determinata CTA.
- Un carattere rotondo è percepito come amichevole, mentre uno con linee dritte o angoli dimostra autorevolezza.
Inoltre, ricerche di psicologia cognitiva confermano che a diversi font vengono attribuiti diversi significati psicologici. Si è così scoperto che il Times New Roman aumenta la sensazione di ironia e divertimento di un testo comico, mentre l’Arial l’attenua. Altre ricerche hanno invece dimostrato una correlazione tra estetica del carattere e aumento del pensiero creativo dei lettori.
I font più usati
Negli ultimi anni è avvenuta un’esplosione dei font semplici: Arial, Roboto e Open Sans sono diventati i preferiti dagli scrittori e lettori, ma quello che ha avuto un maggiore successo è Helvetica, famoso per la sua linearità semplice e considerato il font più usato e apprezzato del pianeta.
Netflix utilizza Helvetica Neue nel suo logo e nella piattaforma per offrire un’esperienza moderna, pulita e accessibile a livello globale. La scelta della linearità di questo font enfatizza la chiarezza e la facilità d’uso, rendendo i contenuti più accattivanti.
Caratteri semplici e chiari ottengono un indice di conversione maggiore rispetto a quelli più elaborati e complessi e sono quindi più indicati per quelle parti di testo in cui chiediamo al lettore di agire: form, call of action, pulsanti, banner e manifesti pubblicitari.
Sapevi che il Sans Forgetica è il font che aiuta la memoria?
È stato sviluppato e progettato da un’equipe di psicologi, tipografici e neuroscienziati con lo scopo di creare un carattere che potesse facilitare la memorizzazione e l’apprendimento di un testo generando una sorta di “difficoltà desiderabile” nella lettura. Infatti, fare un po’ di fatica mentre leggiamo un testo aumenta l’attenzione e la memorizzazione.
Il fallimento del Comic Sans
Comic Sans, creato da Vincent Connare nel 1994 per Microsoft, è un carattere tipografico ispirato ai fumetti, progettato per essere informale e giocoso. Nonostante le sue intenzioni, è diventato uno dei font più controversi e criticati nel mondo del design.
Venne inizialmente sviluppato per Microsoft Bob, un’interfaccia utente destinata a semplificare l’uso del computer per i principianti. L’obiettivo era creare un font che imitasse la scrittura dei fumetti, rendendo l’interfaccia più amichevole e accessibile. Nonostante sia stato scartato dal progetto, divenne rapidamente popolare grazie alla sua disponibilità e al suo aspetto informale.
Nonostante la sua popolarità iniziale, Comic Sans ha ricevuto critiche significative da parte di designer e tipografi, per l’uso inappropriato e un’estetica considerata poco raffinata. Un font “abusato” e utilizzato in ogni contesto, in documenti ufficiali, segnali pubblici e persino lapidi, che ha accentuato ancora di più la sua “cattiva reputazione”, tanto che nel 1999 è stata lanciata la campagna Ban Comic Sans.
Categorie di font
Grazie alla creatività dei tipografi i font disponibili nel mondo continuano ad aumentare. Ogni carattere, grazie al proprio impatto visivo e alla propria suggestione psicologica, può appartenere a una di queste macro categorie principali.
Serif: caratteri con le grazie
Danno un tocco di eleganza, tradizione e classicità. Trasmettono senso di affidabilità e permettono di instaurare un rapporto di fiducia con il lettore. Le grazie rendono le lettere bilanciate e semplificano la lettura sulla carta. Nei siti web invece, si predilige l’uso di questa categoria solo nei titoli per evitare il rischio di creare confusione.
I giornali come The New York Times e The Times utilizzano caratteri Serif per trasmettere autorevolezza, tradizione e fiducia.
Sans Serif: caratteri senza grazie
Considerati più moderni e innovativi. Una tipologia di font spesso utilizzata sul web per la sua efficacia nel trasmettere i messaggi in modo chiaro, senza creare confusione al lettore per via della loro linearità e assenza di fronzoli. Non a caso questi font sono prediletti dai colossi Apple e Windows.
Script o calligrafici
Caratteri che simulano la calligrafia a mano, dando l’idea di una scrittura sofisticata e sbarazzina. È importante ricordare che questa tipologia è sconsigliata nei testi lunghi poiché potrebbe risultare poco leggibile.
La storica scritta di Coca-Cola, realizzata con un carattere script (Stile Spencerian), è sinonimo di tradizione ed emozione. Questo font calligrafico trasmette eleganza e autenticità, rendendo il brand immediatamente riconoscibile.
Display o moderni
Un carattere display è solitamente destinato all’uso in caratteri di visualizzazione (display copy) a grandi dimensioni per titoli, intestazioni, citazioni e altri elementi di richiamo.
Presentano design eccentrici e variabili rispetto ai caratteri semplici. Caratteri di stile vintage, ideali per suscitare nostalgia e permettere un tuffo nel passato.
I caratteri tipografici moderni si caratterizzano invece per l’estremo contrasto tra tratti spessi e sottili, per la sottolineatura verticale e per le serifs non squadrate.Vengono percepiti come trendy, alla moda e alle volte futuristici.
Non conta quindi solo il contenuto, ma anche la presentazione tipografica. La percezione delle persone in relazione a un messaggio è influenzata in modo evidente dal font con cui viene presentato.
La scelta del font giusto non è solo una questione estetica, ma strategica. Font lineari spingono alla chiarezza, mentre un carattere serif invita alla riflessione. Dalla semplicità dei pulsanti digitali alla raffinatezza dei brand di lusso, ogni font racconta una storia.