Fare personal branding non è mai stato così importante come lo è oggi. Si tratta infatti di un’attività che può essere molto utile non soltanto a chi si affaccia al mondo del lavoro, ma anche ai professionisti che già ne fanno parte.
Qualunque sia il ruolo che si ricopre o la propria posizione lavorativa, coltivare un proprio personal brand può senza dubbio dare una marcia in più, aprendo un numero di porte e opportunità che altrimenti rimarrebbero chiuse.
Una definizione di personal branding
Come rivela lo stesso termine, il personal branding si riferisce all’insieme di strategie volte alla promozione della propria immagine personale. Si tratta di una forma di marketing applicato alla persona, che si trasforma così in un vero e proprio brand, con il fine ultimo di promuoversi agli altri e alle aziende.
Ma come mai ultimamente se ne sente parlare così tanto?
Una delle ragioni è da attribuire al cambiamento che ha subito il mercato del lavoro che negli ultimi anni è diventato sempre più fluido. Con l’aumento della concorrenza si è resa ancor più necessaria la promozione della propria immagine personale, diventata più semplice dall’utilizzo diffuso delle piattaforme social.
Hai mai fatto caso ad esempio che alcune persone sembrano avere una presenza magnetica su LinkedIn?
Il personal branding è uno strumento potente per aiutarti a distinguersi e a fare un’impressione duratura sugli altri nel mondo professionale. E quando si parla di networking online, LinkedIn è il posto giusto.
L’importanza del personal branding
Il personal branding è il processo di creazione e gestione della propria immagine e reputazione nel mondo professionale. Non si tratta solo di promuovere sé stessi, ma di avere un impatto positivo su chi ci segue, entrando in contatto con gli altri e creando così collegamenti di valore.
“Il personal branding è l’unico modo per garantirsi un lavoro. […] Attraverso i social network e blog, è possibile dimostrare il proprio valore come esperto e raggiungere migliaia di persone. Tutto ciò che serve è scrivere qualcosa che fornisca valore”. – Pablo de Echanove, ex eCommerce & Business Development Manager di Philips.
Costruire il proprio marchio personale è molto diverso dal costruire una brand identity aziendale:
- L’86% degli acquirenti preferisce una personalità autentica e onesta sui social media.
- L’82% dei clienti si fida di un’azienda quando i suoi dirigenti sono attivi sui social media.
- L’84% dei consumatori ritiene che la reputazione di un’azienda sia influenzata dal marchio personale dei suoi dipendenti, come riporta Forbes.
- Il 70% dei responsabili delle assunzioni afferma che un marchio personale forte è più importante di un curriculum forte, secondo LinkedIn.
Il personal branding è una strategia di marketing che serve a promuovere sé stessi: è il modo attraverso cui ognuno di noi può diventare riconoscibile nel proprio ambito e qualificare la propria competenza.
Il personal branding su LinkedIn
Sfruttare LinkedIn per promuovere la propria persona significa rendere la piattaforma una vetrina personale.
Il proprio profilo deve essere curato nei minimi dettagli, dalla foto profilo al sommario. Esserci non è sufficiente, ma è necessario pubblicare contenuti periodicamente e partecipare ai vari dibattiti.
Brand yourself: trasformati in un brand
Per fare personal branding su Linkedin serve tempo, servono conoscenze e competenze e soprattutto è necessario aver ben chiaro l’obiettivo che si intende raggiungere.
Lo scopo non è solamente quello di diventare un professionista di spicco all’interno del proprio settore di riferimento settore scelto. Infatti, si deve puntare anche a comunicare sé stessi nel modo più efficace e coerente alla propria personalità.
L’unicità è dunque l’arma vincente
Il potere del personal branding non risiede solamente nell’avere un’immagine di profilo adeguata o presentarsi in modo accattivante, ma si tratta creare una storia avvincente che risuoni con il pubblico.
In questo modo ci si posiziona strategicamente sul mercato e si fanno emergere le proprie competenze, esperienze e valori unici, diventando così fonte di ispirazione per gli altri.
Si deve puntare alla differenziazione, mostrando come molti fanno lo stesso lavoro, ma facendolo in un modo completamente personale. Un’ottima strategia di personal branding può infatti conferire un’identità professionale.
Studia il tuo primo target: te stesso
Primo passo da compiere in questo senso è l’autoanalisi; questa deve essere quanto mai più completa possibile e deve raccogliere ogni sfaccettatura personale e professionale.
Partire da un livello più superficiale e riguardante il settore in cui si è inseriti, comprendere le conoscenze che si possono eventualmente trasmettere. In poche parole, chiedersi: qual è il mio settore di riferimento e quali competenze posso mostrare in merito? Con quali conoscenze che possiedo posso arricchire gli altri?
Fatta un’analisi professionale, si può passare ad un’analisi profonda e personale e cercare di comprendere:
- quali sono i valori che ci definiscono;
- le battaglie in cui crediamo;
- cosa ci motiva e ci appassiona;
- quali sono i nostri limiti.
In questo modo sarà possibile definire le linee guida del proprio profilo e adottare uno stile comunicativo coerente.
Questo primo passaggio è prioritario, proprio perché al centro della strategia c’è solo e soltanto la persona.
Crea contenuti
I contenuti sono centrali all’interno del personal branding.
È importante, a tal proposito, che durante la loro realizzazione non si perda mai di vista l’aspetto più importante: la qualità. I contenuti che creiamo, difatti, devono offrire al pubblico informazioni utili, permettendo loro di identificarci come fonte attendibile su cui fare affidamento e un’autorità all’interno del settore in cui operiamo alla quale potranno rivolgersi.
Secondo Riccardo Scandellari, tutta l’attività di personal branding è riassumibile in due fasi: creare contenuti da fornire ai propri utenti e rispondere a ogni loro dubbio.
Dunque, bisogna informare l’audience e non ignorare le sue domande e curiosità: soltanto offrendo le nostre conoscenze gratuitamente e rimanendo sempre disponibili potremo diventare un punto di riferimento e rafforzare il legame con chi ci segue.
Sponsorizzare i propri prodotti e servizi non è la priorità, bensì si deve condividere qualcosa di realmente utile che crei fiducia e stima.
Costruisci una comunità coinvolta e fai networking
La community è potente. Quando i follower interagiscono attivamente con i contenuti, sono più propensi a condividerli con la loro rete e a diffondere la tua missione e il tuo messaggio.
Ecco allora perché è necessario creare contenuti di qualità.
Inoltre, non va assolutamente trascurata l’importanza del network.
Creare una rete di contatti significa dedicare del tempo agli altri, rispondendo ai commenti, interagendo con i contenuti degli altri e creare collegamenti di valore per la propria attività.
Una rete di contatti non è formata da semplici utenti, ma da persone che possono diventare, nel tempo, dei possibili clienti.
I rapporti sono di conseguenza fondamentali e devono essere curati e mantenuti attivi.
L’autenticità è la chiave del successo
Fare personal branding su LinkedIn significa trasformare sé stessi in un brand, non in un prodotto.
Questo significa che ciò che creiamo deve rispecchiare la nostra personalità creando e condividendo contenuti di valore e autentici, che ci assicurino così autorevolezza.
Per questo, oltre a vittorie, soddisfazioni e traguardi raggiunti, non serve mostrarsi infallibili: nessuno lo potrà mai essere davvero e, contrariamente a quanto si pensa, mostrare i propri errori ha su chi ci legge un effetto positivo, generando empatia e conseguente fiducia.
Un caso studio: Lorenzo Ferrari
Quando si parla di personal branding vengono spesso in mente nomi di grandi professionisti che, con il loro lavoro, sono riusciti a costruirsi un’immagine forte e distinguibile, ma quanti sono invece riusciti a costruirsi un lavoro partendo dalla propria immagine?
Un caso studio di personal branding sul quale vale la pena soffermarsi è Lorenzo Ferrari, oggi l’Under 25 più seguito su LinkedIn Italia e riconosciuto da Fortune Italia come uno dei Top Content Creators 2023.
Ma come ci è riuscito?
Nel momento in cui è approdato su LinkedIn, nel settembre 2019, Lorenzo non aveva un fine strategico. Tutto è nato per caso quando era ancora solo uno studente universitario e come dice lui stesso “un po’ per curiosità e un po’ per noia”, dopo aver scaricato l’applicazione ha cominciato a scrivere post.
Inizialmente non c’era uno scopo, ma solo la volontà di parlare di ciò che apprendeva sui suoi libri di studio.
La vera scintilla è scoccata quando i suoi post hanno cominciato ad avere delle interazioni. In quel momento arriva l’intuizione: che avrebbe potuto fare tutto questo in modo strategico, costruendosi così un’immagine e aprendosi delle possibilità di carriera.
In poche parole, scopre il personal branding e lo mette in atto, cogliendone le opportunità e decidendo così di costruire una strategia e un’immagine da presentare sui social il più possibile aderente alla sua persona.
Cos’è che ha fatto la differenza? Cosa ha permesso a Lorenzo di ottenere questi risultati? L’individuazione precisa della sua passione, condivisa con gli altri con costanza e con contenuti che forniscono sempre quel valore in più.
Il fatto di essere sempre presente gli ha permesso di affermarsi come fonte attendibile e credibile, a cui il pubblico si ispira.
Ecco perché oggi fare personal branding diventa sempre di più una necessità.
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