Ormai siamo circondati dal cibo sano. Ogni giorno sul nostro feed di Instagram non possiamo non vedere un avocado, un po’ di riso o un Pokè. L’healthy food è diventato un trend e nessuno può fare a meno di mangiare alimenti più genuini o a base vegetale, anche quando è al McDonald’s.
A questo trend, infatti, i fast food hanno risposto rinnovando i loro menù e dando vita a un vero e proprio paradosso.
Le cause del trend
Non si può negare che quella dell’healthy food è diventata una delle tendenze più popolari. Le cause di questa riscoperta sono molteplici e tutte legate a noi e al nostro pianeta.
Tra le tante motivazioni che stanno alla base della tendenza vi è sicuramente una maggiore attenzione all’ambiente. Abbattere le emissioni e condurre una vita sostenibile, infatti, vuol dire anche mangiare più sano e soprattutto sempre meno carne.
La dieta vegana sta diventando più popolare che mai, facendo sbarcare sui banchi dei supermercati prodotti come la carne di Beyond Meat e tra i menù dei fast food delle opzioni vegane.
Non c’è da stupirsi se questa dieta domina su tutti i social, in quanto a mangiare vegetale sono soprattutto i millennials, così come rivela uno studio dell’ Osservatorio VeganOK del 2017. Secondo la ricerca, il 41% dei vegani solo 4 anni fa era composto da persone tra i 26 e i 35 anni.
Tra le cause della svolta salutistica troviamo anche i motivi etici. Ultimamente, soprattutto tra gli occidentali sta aumentando la sensibilità verso gli animali, ovviamente ciò porta a una dieta più a base vegetale che animale.
Infine, non si può non menzionare l’aumento dell’attenzione verso la salute. I fast food hanno così risposto a questa impellente esigenza e non c’è da stupirsi, in quanto proprio il trend salutistico vede i suoi albori negli USA, dove i problemi alimentari sono all’ordine del giorno così come il consumo di junk food.
I fast food che hanno contribuito alla svolta
McDonald’s, mille tentativi per diventare meno junk
Come non citare McDonald’s? Tra tutti i fast food la M gialla è quella che più ha promosso delle alternative leggere, di qualità o vegane a partire dalle insalate che tutti ricordano come il primo timido passo verso dei prodotti più sani. Nel 2018 i prodotti salutari sono aumentati a partire dal Filet -o-Fish: l’alternativa di pesce che non ha ottenuto un gran successo.
Sempre allo stesso anno risale il restyling dell’ Happy Meal con l’aggiunta di frutta e verdura come snack sano, oltre che il ripensamento delle porzioni. Inoltre, sempre nello stesso anno, è stato creato il menù My Selction in collaborazione con Joe Bastianich, per offrire ai clienti panini con ingredienti di maggiore qualità e ricercatezza.
Tra le novità vi è il McPlant: l’hamburger totalmente a base vegetale che si è unito a quelli di molti altri junk food.
KFC e la carne del futuro
KFC ha optato per un’opzione ancora più estrema, ma che potrebbe lanciare una spia sul cibo del futuro. Nel 2020 l’azienda ha annunciato di voler realizzare delle crocchette 3D in collaborazione con l’azienda russa 3D Bioprinting Solution.
I nuggets saranno composti da cellule di pollo coltivate in laboratorio, arricchite dall’impanatura e dalle spezie che verranno fornite direttamente dall’azienda per rendere il prodotto più vicino all’originale possibile.
Non è la prima volta che il fast food promuove carne non convenzionale, infatti nel 2019 ha introdotto nei suoi ristoranti in collaborazione proprio con Beyond Meat, dimostrandosi assolutamente favorevole all’abbattimento del consumo di carne animale.
Burger King apre le porte al “cibo reale”
Burger King è uno degli ultimi a unirsi con la campagna “Keep it Real Meals”. A settembre 2o21 ha detto per sempre addio ai 120 ingredienti artificiali e ha lanciato i nuovi menù in collaborazione con alcune celebrità.
Ogni VIP è stato chiamato a creare un menù con prodotti non contenenti gli ingredienti bannati. Le varie proposte portano i nomi reali dei personaggi, in linea con l’intera campagna.
Nascono così menù come il “Chase Hudson”, creato da Lil Huddy che prevede un hamburger di pollo croccante, degli stick di mozzarella fritta e un frullato al cioccolato.
Anche per Burger King, in ogni caso, questa non è la prima iniziativa salutistica, bensì lo è quella di marzo 2021, ovvero il lancio del Plant-Based Whopper.
È vera rivoluzione?
Così come ogni altra azienda, anche i fast food utilizzano svariate strategie di marketing e offrono un prodotto in base a una determinata domanda. Dunque, è molto più probabile che multinazionali come McDonald’s o Burger King stiano semplicemente offrendo un prodotto che attualmente ha un’alta richiesta.
Non si può difatti ignorare l’alta pressione che ultimamente si sta facendo sulla questione climatica e ambientale, dovuta a un reale rischio e alla quale questi giganti si devono conformare per non rimanere esclusi.
Inoltre, i fast food devono rispondere anche a un altro problema: l’obesità e il sovra-consumo di cibo spazzatura che avviene in America. Come si è detto, proprio gli Stati Uniti sono il centro della svolta healthy, in quanto lì risiedono importanti problemi alimentari, anche legati a queste catene.
Non ci si deve stupire se aziende come KFC decidono di offrire delle alternative per non perdere clienti e per rispondere a quest’ultime pressioni che indirizzano verso un’alimentazione migliore. Dunque, tutto è orientato non solo ad acquisire nuovi clienti, bensì anche a non perdere quelli già esistenti.
La svolta può avere un forte impatto sui consumatori?
Certo non è rivoluzione, non si può gridare al miracolo e pensare che da adesso in poi tutti i fast food diventeranno paladini del cibo sano o che chiunque cambierà alimentazione. Tutti questi lanci non sono altro che nuovi prodotti che si aggiungono al menù e non un vero e proprio rebranding.
D’altra parte non si può neanche totalmente sminuire un’azione che può avere qualche effetto positivo. In questo modo, un’alimentazione sana potrà essere consumata più facilmente e da più persone, ma soprattutto alcuni prodotti verranno resi effettivamente fruibili a tutti come dei prodotti vegani che generalmente sono molto costosi.
In poche parole, grazie a questi progetti paradossali, i fast food potrebbero accaparrarsi il merito di rendere cibo salutare e a base vegetale veramente di largo consumo, quindi rendendolo più fruibile e normale.