Ad oggi è risaputo che i colori dicono molto sull’identità del brand e su quanto esso comunica. Tuttavia, in alcuni casi il colore assume un’importanza maggiore, molto più del tratto distintivo di un brand, alcune nuances sono diventate iconiche al punto da identificare automaticamente un prodotto o un marchio senza l’ausilio del logo o del payoff.
Di seguito alcuni esempi.
Rosso Ferrari
Se si chiedesse a qualcuno di disegnare una Ferrari, ci sarebbe una quasi assoluta certezza che la vettura fiammante venga rappresentata colorata di rosso, nonostante il brand offra un ampio catalogo di tinte per le sue famosissime automobili.
È innegabile il fatto che Ferrari si sia ormai sedimentata nell’immaginario collettivo, e lo è altrettanto il fatto che chiunque non possa fare a meno di immaginarla del classico color rosso acceso. Anzi, più precisamente “rosso corsa”. È questo il vero nome della tinta di rosso della macchina, ma da dove deriva?
Questa particolare tonalità è una gradazione di rosso, stabilita dalla FIA, in passato applicata alle vetture italiane nelle corse automobilistiche. È vero però che il rosso corsa è stato collettivamente rinominato col titolo, appunto, di “rosso Ferrari”, Pantone 185 C. Iconicità allo stato puro.
Giallo Post-it
Almeno una volta nella vita, magari durante una pausa caffè in una lunga mattinata in ufficio, ci si è chiesti il motivo per cui l’inventore dei magici foglietti salvavita abbia scelto proprio il giallo, e ancora, proprio quella tonalità.
Come molti casi dimostrano, le più riuscite delle invenzioni nascono dal caso e questo vale anche per Post-it. Infatti, il padre dei foglietti gialli, Spencer Silver, andò nel magazzino della 3M alla ricerca di campioni di carta, utili per fare i primi test di prodotto, e per puro caso trovò solo carta di colore giallo canarino.
Non solo il nome del brand è ormai correntemente utilizzato come nome comune, ma il successo è stato tale da decretare anche un colore. Il giallo dei foglietti, infatti, viene spesso identificato da molti come “giallo post-it”.
Blu Tiffany
Forse non sarebbe neppure il caso di accostare la parola “blu” accanto al nome di questo brand, talmente iconico da identificare a tutti gli effetti una particolarissima sfumatura di azzurro. La tonalità corrisponde alla tinta Pantone 1837, che, coincidenza vuole, sia l’anno di fondazione della rinomata azienda di gioielli.
Non ci sono fonti certe che documentano il motivo della scelta di questa tonalità da parte di Charles Lewis Tiffany. Si presume però che la decisione sia stata presa sulla base dell’incontrastata predominanza del turchese nei gioielli del XIX secolo. Sembra che in età vittoriana ci fosse un’usanza per cui le spose regalavano per tradizione delle spille azzurre alle damigelle, in ricordo del matrimonio.
Nonostante questa fonte non sia certa, resta il fatto che la scelta del signor Tiffany sia stata assolutamente azzeccata, al punto da decretare un colore, sedimentandosi nella mente di chiunque.
Lacoste crea il suo colore
Infine, è interessante riportare in questa sede un caso particolare, quello di Lacoste. La nota marca di abbigliamento, infatti, ha fatto una partnership con Pantone, nella quale ha dato vita al “verde evergreen” by Lacoste, una specifica sfumatura di verde, ispirata alle Everglades, l’unico posto al mondo in cui coccodrilli e alligatori vivono insieme, d’amore e d’accordo.
In questo caso, il noto brand ha voluto esortare i clienti a prendere parte attiva alla questione ambientale e, nello specifico, ad adoperarsi per riqualificare le Everglades, luogo un tempo incontaminato che ora ospita specie animali sempre più a rischio estinzione.
Ecco, dunque, alcuni esempi di brand che hanno fatto breccia nella mente e nel cuore dei consumatori, restando freschi e sempre alla moda, al punto tale da diventare veri e propri trend setter, raggiungendo uno status di iconicità tale da rappresentare un colore.